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Legambiente, Sarti e Poletti: “La decisione di realizzare un dragaggio nel tratto terminale del fiume Magra in piena stagione estiva è veramente una follia” In evidenza

La decisione di realizzare un dragaggio nel tratto terminale del fiume Magra in piena stagione
estiva è veramente una follia. Se a questo associamo il neppure tanto velato ricatto
occupazionale fatto da Confindustria circa il rischio che Intermarine, la società che ha chiesto di
realizzare il dragaggio, possa abbandonare il sito in sponda sinistra del Magra, comune di
Sarzana, se ostacolata il quadro che si va a completare è inaccettabile è desolante.

Ora non ci si voglia far credere che Intermarine voglia andar via dal Magra solo perché il fiume
riempie ad ogni nuova piena ciò che viene svuotato l'anno prima, ma anche per i danni che
subisce ad ogni piena, per i costi dovuti all'uscita degli scafi dal cantiere per il trasporto dal
cantiere, con relativa apertura del ponte, al luogo dell'allestimento e a tutti gli "intoppi" di cui
sopra.


La verità è che la Ditta, e in generale tutti i Cantieri nautici operanti nel Magra, sono
assolutamente incompatibili dal punto di vista ambientale a operare in un fiume di soli 72 km, a
regime torrentizio, e con una portata di piena in Italia seconda solo al Po.


Nel 2001 col Piano di Parco l'Ente Parco medesimo cercò di far quadrare il cerchio, prevedendo
anzichè la ricollocazione, l'ambientalizzazione e la messa in sicurezza dei Cantieri, Intermarine
compresa. Ad oggi ci chiediamo se è stato realizzato il Piano di ambientalizzazione e
mitigazione del rischio.

E se si, a quale livello e con che risultati?


In ogni caso se nel 2001 si tentò questa operazione di equilibrio tra i vari interessi, oggi il Piano
di Parco è obsoleto, nel frattempo il'Area Protetta è diventata anche Sito d'Interesse
Comunitario, Intermarine ha subito due disastrose alluvioni, le condizioni poste dal Piano del
2001 non quadrano più.


D'altronde anche volendo analizzare solo la situazione contingente, anche in situazioni come
l'attuale bisogna fare una programmazione, non si può arrivare all'estate e dire: dobbiamo
dragare! Ci rifiutiamo di pensare che un'azienda strutturata e solida come Intermarine sia
impossibilitata a definire, con una seria programmazione, tempi e modalità per affrontare e
risolvere le problematiche produttive e di consegna lavoro connesse.


Nello stesso tempo non si può fare lo scaricabarile nascondendosi sotto la foglia di fico del
ricatto occupazionale come fatto dal Sindaco di Sarzana che in tal senso lascia la fatidica miccia
accesa nelle mani del Sindaco di Ameglia. Così lo stesso Sindaco di Ameglia non può solo far
notare le sue evidenti non responsabilità dirette in questo specifico caso, ma deve muoversi
preventivamente e politicamente affinché altri non prendano decisioni che poi penalizzano
soprattutto Ameglia.


Ritornando infatti al ricatto occupazionale esso suona ancora più odioso per la mancanza di
giustificazioni materiali visto che , essendo Sarzana e Spezia nello stesso territorio
assolutamente indolore risulterebbe un trasferimento dell'azienda, e anche dei due altri
Cantieri Nautici del Magra, San Lorenzo e Metalcost Euromare.


Lo spostamento dei cantieri dal Magra a La Spezia, a garanzia della presenza sul territorio in
futuro delle società, con la clausola della salvaguardia delle maestranze ora occupate e con il
massimo delle garanzie di gestione ambientale dei processi, crediamo sia l'unica soluzione. E
pensiamo pure che aprirebbe nuovi orizzonti occupazionali potendo contare di bacini in grado di
ospitare tonnellaggi ben più importanti.


Il Vicepresidente di Legambiente Liguria Stefano Sarti


Il Presidente del Circolo "Valdimagra" di Legambiente Alessandro Poletti

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