A Bonassola è stata avviata una sperimentazione che coinvolge il Consiglio Nazionale delle Ricerche, l'Università di Genova, e i due soggetti privati Art-Sub e Geobrugg.
Davanti al laboratorio marino politematico MARECO dell'Istituto di Chimica della Materia Condensata e dell'Energia (ICMATE) del CNR è stata varata su un fondale di circa quattro metri una trapunta consistente in una rete di acciaio inossidabile ad alta resistenza meccanica (lunga 1,5 metri, larga 75 centimetri e alta 50 centimetri) colma di pietre di dimensioni opportune e in geologia autoctona.
La sperimentazione condotta a Bonassola presso MARECO durerà almeno un anno e ha lo scopo di studiare le dinamiche di integrazione nell'ambiente marino di questo tipo di manufatti. Sarà il Dipartimento di Ingegneria Civile, Chimica e Ambientale (DICCA) di UNIGE a studiare l'educazione marina della trapunta e a monitorarne la posizione per seguirne gli eventuali spostamenti nel corso di eventi di mareggiata.
Questo tipo di manufatti, realizzati da Geobrugg, sono infatti progettati per dissipare, mediante le porosità interne, l'energia di regimi idrodinamici consistenti, come quelli indotti dalle eliche delle navi nei porti (capaci di indebolire la stabilità delle banchine) o quelli derivanti dal moto ondoso. In merito al secondo tipo di impatto, le trapunte sono assemblabili in vere e proprie strutture sommerse e/o emerse, dimensionabili secondo le necessità del caso, anche per integrare strutture di difesa costiera già esistenti, aumentandone la capacità di dissipazione del moto ondoso al fine di scongiurare scalzamenti o danni.
Il varo, realizzato con mezzi nautici da ArtSub della Spezia, rappresenta dunque un'azione concreta e concertata, anche dal punto di vista scientifico, che si inserisce compiutamente nelle azioni di adattamento climatico alle cui applicazioni siamo già inevitabilmente chiamati.
Proprio in relazione a questo tema, nell'edizione di Seafuture 2025 ha trovato spazio un intervento dedicato alla relazione tra i cambiamenti climatici e le economie costiere, con focus sul Mar Ligure. Nell'evento di approfondimento, organizzato da CNA della Spezia con i relatori del CNR-ICMATE e dell'Università di Firenze, si è parlato anche di come la resilienza climatica si declini in misure di adattamento – necessarie per affrontare il contesto odierno – e in azioni di mitigazione che guardino al futuro.
Si deve constatare che gli impatti sulle strutture costiere e l'erosione dei litorali saranno sempre più onerosi a seguito della combinazione tra l'auspicabile ma incerta stabilità climatica dei fenomeni meteomarini e l'inevitabile risalita del livello del mare, quantificata fino a 80-100 centimetri entro il 2100. Un possibile anticipo di scenari futuri così delineabili l'ha fornito la mareggiata del 29 ottobre 2018, in cui un'ondametria molto intensa, lavorando su un tacco di mare rialzato di circa 80 cm unitamente a un angolo insolito per le grosse mareggiate liguri, ha inferto danni per 350 milioni di euro lungo tutta la costa ligure.
Il tema è dunque quanto mai urgente e preoccupante e sarà di forte impatto per le generazioni future.







