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Dal Golfo all’Ucraina: l’orizzonte lontano dei ragazzi ucraini In evidenza

Una iniziativa che ha rappresentato, nella sua genuina semplicità peraltro carica di valore simbolico, un ulteriore tassello di solidarietà e di amicizia nei confronti delle famiglie costrette a lasciare il loro paese 

​​​​​​​Lunedì scorso sedici ragazzi ucraini presenti alla Spezia hanno per così dire fatto conoscenza con un mare diverso da quello della loro patria lontana, ma unito da una storia di navigazione e di commerci: il golfo della Spezia, “golfo dei santi e dei poeti”, come viene definito. Prima delle difficoltà legate alla guerra, infatti, sono state sempre molte le navi provenienti dall’Ucraina a prendere ormeggio nel porto mercantile spezzino.

E proprio la parrocchia “Stella Maris” del porto mercantile, diretta da padre Gianluigi Ameglio, che è anche responsabile diocesano del settore “Migranti”, ha collaborato, insieme alla Caritas, a questa iniziativa, promossa dall’associazione femminile “Soroptimist” e dal Circolo velico spezzino. Tra le collaborazioni, anche quella dell’associazione di vela “Pandora”.

E’ stata una iniziativa che ha rappresentato, nella sua genuina semplicità peraltro carica di valore simbolico, un ulteriore tassello di solidarietà e di amicizia nei confronti delle famiglie costrette a lasciare il loro paese a causa della guerra in corso. Lo hanno scritto anche le responsabili del “Soroptimist”, rilevando come “ci sono giorni nelle nostre vite che difficilmente potremo dimenticare. Ieri per noi è stato uno di quei giorni. Quello che speriamo è che anche per i bambini ucraini che sono stati insieme a noi, il ricordo di questa giornata possa rimanere indelebile nelle loro menti mettendo da parte, anche se per poco, i ricordi terribili che purtroppo porteranno sempre con loro”.

I bambini invitati all’escursione nel Golfo sono in gran parte ospitati alla Spezia, ma alcuni anche a Lucca, una delle due città nelle quali svolge la sua arione pastorale il sacerdote cattolico di rito orientale padre Volodymyr Lyupak, coordinatore proprio delle famiglie di profughi.

Appena arrivati i piccoli ospiti delle strutture nautiche spezzine erano davvero un po’ spaesati e si guardavano intorno quasi preoccupati. Ma, alla fine della giornata, erano davvero diversi, più sereni e sorridenti. Dopo la mattinata trascorsa, grazie ai giovani volontari del Circolo e dell’associazione “Pandora”, tra simulatore e sfide sulle derive con le pagaie, nel pomeriggio sono tutti usciti su una barca a vela ed in gommone. Al termine, ovviamente, la tradizionale foto ricordo e l’”arrivederci” per nuove iniziative del genere, in grado di spingere i loro occhi, sul mare, ad intravvedere un orizzonte ancora lontano.

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