Il 29 ottobre si celebra la Giornata mondiale contro l’ictus, promossa dalla World Stroke Organization. Lo slogan scelto per quest’anno è “Ogni minuto è prezioso”, volto a sensibilizzare l’opinione pubblica sui segnali dell’ictus e sull’importanza del tempismo: agire entro 4-5 ore dall’inizio dei sintomi fa la differenza.
In Italia, ogni anno circa 90.000 persone sono colpite da un ictus cerebrale o infarto cerebrale. Alla Spezia, nel 2024, i casi registrati sono stati 362. Si tratta di un’emergenza medica che deve essere trattata il più rapidamente possibile in centri specializzati (Centri Ictus): alla Spezia è presente presso la S.C. Neurologia dell’Ospedale Sant’Andrea.
In Italia l’ictus costituisce la seconda causa di morte e la prima causa di invalidità. Gli invalidi da ictus sono circa un milione.
L'ictus arriva all'improvviso, come un colpo secco: per questo motivo viene chiamato ictus = colpo. In circa l'85% dei casi, l'ictus si verifica a causa dell'ostruzione di un vaso sanguigno nel cervello (ictus ischemico). L'afflusso di sangue a una parte del cervello viene interrotto e le cellule nervose (neuroni) di quella parte muoiono: le funzioni corporee loro associate vengono meno, provocando disturbi del linguaggio, vertigini, disturbi della vista e altri deficit neurologici. Se il vaso sanguigno non viene disostruito entro un breve periodo di tempo (4-5 ore), questi disturbi persistono.
In circa il 15% dei casi, invece, si tratta di un'emorragia cerebrale (ictus emorragico): un vaso sanguigno si rompe, aumentando la pressione in quell'area e determinando gli stessi disturbi funzionali dell’ictus ischemico legati alla parte di cervello colpita.
L'ictus colpisce soprattutto le persone anziane, circa quattro quinti delle quali hanno più di 60 anni, ma anche le persone più giovani possono esserne colpite.
Esistono diversi fattori che aumentano significativamente il rischio di ictus. Due di questi non sono modificabili:
- Età: la maggior parte delle persone colpite ha più di 60 anni;
- Predisposizione familiare: se uno o più parenti hanno già avuto un ictus, anche il vostro rischio può essere aumentato.
Ma ci sono altri fattori di rischio noti per i quali è possibile ridurre il rischio di ictus:
- Smettere di fumare;
- Controllo ottimale della pressione alta (ipertensione) attraverso dieta, esercizio fisico e farmaci;
- Regolazione ottimale del diabete attraverso dieta, esercizio fisico e farmaci;
- Regolazione ottimale dei livelli di lipidi nel sangue attraverso dieta, esercizio fisico e farmaci;
- Sovrappeso dichiarato: il fattore importante è il rapporto vita-fianchi (WHR), che dovrebbe essere inferiore a 0,80 per le donne e inferiore a 0,95 per gli uomini;
- Aumento dell’attività fisica;
- Riduzione del consumo di alcol;
- Riduzione dello stress psicosociale.
I sintomi dell’ictus appaiono all’improvviso. I più comuni sono:
- Perdita di forza muscolare (plegia) degli arti di un lato del corpo;
- Riduzione della vista o disturbo visivo improvviso (limitazione unilaterale del campo visivo o visione doppia);
- Difficoltà a esprimersi, a parlare e/o a capire quanto viene detto;
- Sorriso asimmetrico o bocca storta.
Se si presentano uno o più di questi sintomi occorre non perdere tempo: chiamare subito il servizio di emergenza 112 per arrivare al più presto in un ospedale dotato di Centro Ictus.
Per agevolare la memorizzazione dei sintomi è stato creato l’acronimo P.R.E.S.T.O.
Quando si tratta di un ictus, ogni minuto è importante. Un ictus può essere pericoloso per la vita o compromettere gravemente la qualità della vita. Più tempo passa tra i sintomi e l’inizio della terapia, maggiore è il rischio di danni permanenti.
Affinché in futuro a molte più persone colpite e ai loro familiari sia risparmiato un destino infausto, è necessario che siano soddisfatte tre condizioni:
- Il livello di conoscenza dei sintomi dell'ictus cerebrale da parte della popolazione deve essere aumentato.
- Il tempo che intercorre tra il manifestarsi dei sintomi e il trattamento deve essere ridotto.
- Le persone colpite devono essere ricoverate in ospedali con specialisti in ictus cerebrale, per poter essere trattate e assistite in modo ottimale.
Purtroppo, ancora oggi molte persone arrivano troppo tardi in ospedale, in genere perché i segnali di allarme non sono noti e si tende ad aspettare. Se la popolazione avesse maggiori conoscenze in questo campo, sarebbe possibile salvare molte più vite ed evitare disabilità.
“Per queste ragioni – afferma il dr. Gian Pietro Montanari, presidente di A.L.I.Ce La Spezia – per l’a.s. 2025/26 abbiamo incentrato la nostra attività di educazione alla salute nelle scuole sul riconoscimento della sintomatologia dell’ictus e sul corretto stile di vita”.







