La decima edizione del Premio Lunezia, andata in scena ad Aulla il 21 luglio 2005, è rimasta scolpita nella memoria del patron Stefano de Martino. Fu l’anno in cui arrivò Pippo Baudo, “l’evento nell’evento”, come lo definisce oggi chi da trent’anni porta avanti la manifestazione dedicata al valore musical-letterario delle canzoni italiane.
Il Premio Lunezia nacque ad Aulla nel 1996 da un’intuizione di Stefano de Martino, con l’obiettivo di dare un riconoscimento culturale alla canzone italiana. Non un semplice concorso musicale, ma un festival unico nel suo genere, pensato per premiare il valore “musical-letterario” dei brani: la qualità dei testi, la forza della musica e, soprattutto, la fusione tra parole e note come un’opera d’arte indivisibile. Da qui il nome “Lunezia”, che unisce la Lunigiana, terra d’origine della manifestazione, alla poesia. Negli anni il premio ha saputo affermarsi come punto di riferimento per artisti affermati e nuove proposte, distinguendosi per un approccio che tratta la canzone non solo come intrattenimento ma come espressione poetica e culturale a pieno titolo.
"La presenza di Pippo Baudo al Premio Lunezia fu la consacrazione, la sublimazione somma di una presenza ad un evento – racconta de Martino – perché lui era l’evento nell’evento, qualcosa che non ci saremmo mai aspettati. È vero, avevamo già dieci anni di storia, erano passati tanti big e avevamo conquistato spazio nei notiziari, ma che Baudo accettasse la conduzione fu un tentativo insperato che divenne realtà".
Quella presenza conferì al festival un respiro nazionale: "Con lui sul palco avevamo una rappresentanza talmente autorevole e stimata che fu la prova di aver fatto qualcosa di rispettabile nel mondo della musica leggera. Forse per la nostra idea di premiare le canzoni, forse per i grandi artisti che già ci avevano scelto, forse perché una manifestazione nata e cresciuta in un luogo apparentemente anonimo come Aulla aveva resistito e continuava a far parlare di sé. Ma con Baudo arrivò la definitiva rassicurazione: l’Italia si era fermata a guardare il Lunezia".
Stefano de Martino attribuisce anche un valore simbolico all’aneddoto personale accaduto sul palco: "Storico fu il ceffone che mi mollò sul palco dicendomi 'ora vatti a riposare' – ricorda –. E storica fu la sua incredibile presenza, la scioltezza con cui si muoveva. Nelle quinte richiamava il silenzio, proprio come faceva a Sanremo".
Ma il 2005 non fu solo l’anno di Baudo: a tenere a battesimo la decima edizione furono Fernanda Pivano e Fabrizio De André, tanti i riconoscimenti a grandi protagonisti della musica italiana. A Gianluca Grignani andò il Premio Lunezia per Il re del niente, ai Tiromancino il Lunezia Critica per Illusioni parallele, mentre Elisa fu incoronata Autrice dell’Anno per Una poesia anche per te. Tra i momenti più significativi ci fu il premio Nuove Stelle a Povia, il voto popolare di Radio InBlu a Enrico Ruggeri per Il mare d’inverno, e le menzioni speciali a Teresa De Sio, Pacifico e Andrea Sisti.
Non mancarono i riconoscimenti “di peso”: il Premio Elite ai Têtes de Bois, il Premio Doc a Max Manfredi per la carriera, l’Antologia a Vincenzo Incenzo e l’Etno-Music ad Andrea Parodi. Una serata che trasformò per una notte Aulla, cuore della Lunigiana, in una capitale della musica leggera, consacrata dalla presenza di Pippo Baudo e dalla forza di un’idea che da lì avrebbe continuato a crescere.
