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Lettera aperta ai Consiglieri regionali: "Non approvate la legge che cancella il Parco di Montemarcello-Magra-Vara" In evidenza

L'appello delle associazioni ambientaliste.

 

La discussione avviata in questi ultimi mesi da forze politiche, associazioni e cittadini sulla possibile riforma o chiusura dell’Ente Parco Montemarcello Magra avanzata da esponenti della nuova amministrazione regionale ligure, rianima un dibattito antico e costringe a chiarificazioni per chi poco sa di ambiente, di ecosistemi e di cultura dei luoghi.

1) Oggi più che mai i parchi rappresentano l’ultima barriera efficace all’imperversare della speculazione edilizia, un valido strumento di tutela ambientale e del paesaggio, una fonte inestimabile di ricchezza. I dati ISPRA sul rapporto tra qualità ambientale e turismo sono inequivocabili e indiscutibili. L’appeal di un territorio è rappresentato soprattutto dalla sue bellezze paesaggistiche, dalla misurata ricettività, dalla storia e qualità dei borghi, dalla naturalità e originalità degli spazi boschivi, dalla limitatezza degli insediamenti urbani.

2) La Liguria è riconosciuta come una della regioni più belle e martoriate d’Italia.
La speculazione edilizia è stata la dominatrice assoluta dagli anni ‘60 ad oggi. “Irriconoscibile” scriveva Italo Calvino in un suo saggio degli anni ’70; con una cementificazione “raccapricciante” la definiva quarant’anni dopo Salvatore Settis.
Considerazioni che da sole basterebbero a chiudere qui ogni argomentazione che non fosse la protezione del parco in quanto ultima roccaforte contro la dilagante speculazione edilizia.

3) Il Parco di Montemarcello – Magra – Vara, nato nel 1996 dalla fusione tra il Parco Fluviale della Magra e il Parco di Montemarcello, è un unicum nel panorama della Regione Liguria.
Nel 1982 era stato preceduto dall'istituzione del Parco Fluviale della Magra, nato per bloccare le escavazioni che avevano distrutto l’habitat fluviale e anche il sistema idrogeologico facendo risalire il cuneo salino di 8 km in superficie e di 14 km a livello di falda. Questo era stato l’unico risultato di quel vecchio Parco, visto che il Consorzio di Comuni che lo governava era stato di fatto paralizzato. La Regione addirittura nel 1988 dovette avocare a sè il Piano di Parco, poi emanato nel 1989 ma mai applicato dal Consorzio.

4) I valori naturalistici. Il Parco è ricco di specie a rischio di estinzione, come le tre specie di Lampreda, di mare, di fiume e di ruscello, e molti sono gli ecosistemi e le specie riconosciuti come protetti dall’Unione Europea. I fiumi sono la principale area umida della Liguria servendo come luogo di svernamento e riproduzione di numerose specie avifaunistiche riconosciute come protette dalla Direttiva habitat; il Promontorio di Montemarcello è a sua volta ricco di endemismi, vegetali e animali. Tale ricchezza si esplicita quindi in termini di enorme biodiversità, valore riconosciuto come fondamentale per la tutela del territorio.

5) Il Parco certo ha i suoi problemi, ma è l’unico Ente che ha interesse, forza e competenza per agire allo scopo di migliorare l’habitat, già oggi pregiato, ma minacciato dalle residue forme di attività nocive: i frantoi degli inerti, che insistono sul fiume nella speranza un giorno di poter ritornare a estrarre in un luogo che ancora risente dei guasti del periodo 1954 – 1982; la nautica da diporto, attività che ha diritto d’asilo sotto la Linea di Navigabilità, ma che andrebbe riorganizzata con trasferimenti e revisione della flotta; le discariche ante 1982 da bonificare. I vincoli non sono una vessazione per i cittadini, ma servono a tutelare l’ambiente dalla diffusione di attività non eco sostenibili; la nautica che è attività tollerata e non privilegiata, ha per fortuna trovato un freno nel Parco: forse è anche per quello che lo scomodo Parco secondo taluni andrebbe eliminato? Forse anche perché pone paletti normativi rigorosi a dragaggi, che se consentiti nel tratto finale del fiume (e non siamo certo noi contrari a QUESTI dragaggi) qualcuno vorrebbe più invasivi e sconvolgenti per l’ambiente naturale?

6) Il Parco è l’unico Ente in grado di garantire per sua vocazione e competenza uno sviluppo ecosostenibile al proprio territorio; i vincoli altro non sono che il binario su cui può correre lo sviluppo ecosostenibile. Se fino ad oggi lo ha fatto solo in parte è fondamentalmente per mancanza di risorse, non per colpa propria. Già oggi il Parco è la meta di numerosi turisti italiani, internazionali e di chi pratica attività outdoor nel tempo libero: pesca, canoa, trekking, birdwatching, snorkeling. Queste pratiche, con le opportune misure di salvaguardia, sono possibili nel pieno rispetto dell'ambiente e delle comunità locali ed è una forma di fruizione correlata allo sviluppo di un turismo sostenibile che il Parco potrà certamente potenziare.

Ci rivolgiamo quindi a Voi, Consiglieri Regionali, certi di una diffusa sensibilità ai problemi del territorio, affinché non si vanifichi un trentennio di tutela e di potenzialità di crescita socio economica, cancellando un Ente che non solo non è inutile ma è sicuramente necessario allo sviluppo ecosostenibile della Comunità Spezzina.

Il territorio protetto ed il suo Ente Parco sono l’unico volano efficiente per tutte le Comunità della Val di Magra e della Val di Vara, svolgendo quel ruolo di Coordinamento che la Provincia non era in grado di svolgere nel merito per mancanza di competenze.

Minacciare di chiuderlo a suon di proposte di legge non solo è ingiusto ma un vero e proprio non sense che la storia consegna già oggi a mera velleità.

Italia Nostra La Spezia
Legambiente Liguria e Circoli Val di Magra e Lerici
LIPU La Spezia
Wwf Liguria
Comitato Sarzana che Botta
Stop al Consumo di Territorio Sarzana

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