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Legambiente, Green New Deal: le opere prioritarie per il Paese e la Liguria In evidenza

170 opere pubbliche per l’Italia, 6 emergenze per la Liguria

Il contributo di Legambiente al governo e al dibattito pubblico per aumentare la qualità della vita, recuperare ritardi nelle infrastrutture, produrre un salto di qualità nell’economia puntando su infrastrutture “verdi” strategiche per lo sviluppo e la messa in sicurezza del territorio.

Sono 170 le opere pubbliche individuate da Legambiente per fare aprire i cantieri e rilanciare investimenti e occupazione. Alla faccia delle polemiche sull’ambientalismo “del no”, l’associazione ha realizzato un elenco certosino, suddiviso per Regione e per tipologia di intervento - messa in sicurezza, bonifica, trasporti, infrastrutture - di opere grandi, medie o piccole che consentirebbero agli italiani di vivere meglio. I criteri adoperati per la loro selezione sono, infatti, quelli dell’utilità per i cittadini e i territori, del miglioramento della sicurezza sismica, idrogeologica e sanitaria, dell’innovazione nel sistema della mobilità, di un minore consumo delle risorse naturali e di materia, della transizione energetica.

“Per quanto riguarda la Liguria - alle infrastrutture per i trasporti e la mobilità urbana – commenta Santo Grammatico, Presidente di Legambiente Liguria – vanno affiancate le infrastrutture “verdi”, strategiche per lo sviluppo e la messa in sicurezza del territorio.

Per questo, nella sintesi delle opere utili liguri, abbiamo voluto evidenziare, insieme a quelle che vedono consenso e gradimento trasversale degli amministratori locali, del mondo imprenditoriale e politico e della società civile (come il raddoppio della ferrovia pontremolese, il nodo di Brignole e il raddoppio dei binari verso il confine francese) anche interventi nel Parco Nazionale delle Cinque Terre, con il sentiero Azzurro che nei giorni scorsi ha visto la presentazione del progetto preliminare ad IRE-Agenzia Regionale Ligure per l’intervento tra Manarola e Corniglia, per restituire alla comunità locale e ai turisti che le frequentano uno dei sentieri che rappresentano parte, di una ossatura funzionale alla infrastruttura sentieristica presente sul territorio che andrà completata insieme alla Via dell’Amore.”

Senza dimenticare il tram in Val Bisagno che gli abitanti del quartiere aspettano da troppi anni e che recentemente, dopo un ennesimo dibattito pubblico, sono stati informati dall’Amministrazione comunale sulla possibile reintroduzione del mezzo su ferro ma, con sgradita sorpresa, risulta che la richiesta inviata al Ministero dei Trasporti a fine dicembre 2018 chieda i finanziamenti per l’installazione dei filobus, che hanno pessime performance rispetto al tram e i cui costi di manutenzione nel medio lungo periodo saranno più elevati.

Tra le opere interregionali che coinvolgono anche Toscana ed Emilia Romagna nel dossier viene ricordata la ferrovia pontremolese quale opera strategica e, aggiunge Legambiente Liguria: “A livello interregionale vogliamo la trasformazione del Parco Naturale Regionale di Montemarcello Magra Vara in Parco interregionale nazionale, coinvolgendo le aree naturali protette di interesse locale sul fiume Magra in provincia di Massa-Carrara e i siti della rete Natura 2000, sul territorio Toscano.”

“Vista la crisi climatica e i limiti di bilancio è necessario scegliere le priorità, e cambiare metodo, perché finora si è agito sugli effetti senza prendere di petto le cause. Gli interventi che mettiamo in evidenza sono coerenti con la lotta ai cambiamenti climatici - dichiara Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente - farebbero aumentare la qualità della vita, recuperare ritardi nelle infrastrutture, produrre un salto di qualità nell’economia: interventi che danno concretezza agli ingenti investimenti che si prevedono a livello nazionale ed europeo per il Green New Deal. Alla luce del piano presentato dalla Commissione europea con lo stanziamento di mille miliardi di euro per le politiche ambientali e climatiche, una parte importante di queste risorse deve finanziare il Green New Deal italiano, dando priorità a queste 170 opere”.

“Questo dossier - aggiunge Maria Maranò della segreteria nazionale di Legambiente e curatrice del rapporto sul Green New Deal italiano - è un contributo che vogliamo offrire al dibattito pubblico, individuando i diversi e numerosi ostacoli da rimuovere una volta per tutte, e intervenendo sui processi ordinari e non superando vincoli e regole che negli anni hanno saputo evitare disastri. Non serve smontare le regole che pongono argini agli scempi, all’illegalità, all’infiltrazione mafiosa, al lavoro nero e dequalificato. Sono circa 20 anni che si interviene con leggi speciali per sbloccare i cantieri, dai nomi salvifici - Legge Obiettivo (governo Berlusconi), Sblocca centrali (Berlusconi), Sblocca Italia (Renzi), Sblocca Cantieri (Conte 1) - che si accompagnano solitamente con una moltiplicazione di commissari straordinari; ma la realtà ha dimostrato che gli effetti di queste norme, quando non fanno danno, sono poco efficaci”.

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