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CGIL: "Anche il tribunale di Genova dà ragione ai sindacati sul decreto Poletti. Alla Spezia migliaia di pensionati possono fare ricorso" In evidenza

Il 9 agosto scorso il tribunale di Genova si è pronunciato in merito a uno dei ricorsi pilota presentati dai sindacati pensionati di CGIL, CISL e UIL in cui si poneva la questione della legittimità costituzionale del Decreto Poletti (che interviene per evitare l'applicazione della sentenza della Corte Costituzionale ove si dichiarava l'incostituzionalità del blocco dell'indicizzazione delle pensioni superiori a 3 volte il minimo, stabilita dalla Legge 214/2011).

Il tribunale di Genova ha dichiarato il ricorso "ragionevole e non manifestamente infondato" ed ha trasmesso gli atti alla Corte Costituzionale. La pronuncia di Genova segue altre sentenze, emesse, fra gli altri, dai Tribunali di Milano, di Palermo e di Brescia, ma è la prima che risponde ad un ricorso presentato dal sindacato e presenta una formulazione di grande incisività e chiarezza.

 

In particolare, sottolinea come il decreto Poletti non ponga rimedio ai danni a carico dei pensionati prodotti dalla L. 214/2011, ma, mentre da un lato si limita a ridurne l'entità, dall'altro ne proroga gli effetti negativi, introducendo un diverso sistema di rivalutazione che si sovrappone, peggiorandolo, a quanto previsto dalla legge Letta.

Evidenzia, inoltre, la scarsa aderenza dello stesso decreto Poletti a quanto indicato dalla sentenza della Corte Costituzionale, poiché reitera i medesimi principi (ed errori) della Legge 214/2011, appellandosi solo a una generale esigenza di risparmio dovuto allo squilibrio dei conti pubblici, senza spiegare perché il prelievo viene fatto solo ai danni dei pensionati.

In Liguria sono 182.516 i pensionati che percepiscono una pensione superiore a 3 volte il minimo; 23.570 in provincia di La Spezia.

È questo il livello di reddito oltre il quale si applicano le penalizzazioni previste dalla Legge 214/2011. Centinaia di pensionari spezzini si sono già recati presso le nostre sedi di Spi Cgil, Fnp Cisl e Uil Pensionati, senza alcun esborso tranne il costo della raccomandata, hanno spedito alla sede Inps di competenza la lettera di diffida che serve a interrompere i termini della prescrizione, che scadranno il 31 dicembre 2016.

Invitiamo quindi tutte le pensionate e i pensionati che nel 2011 percepivano una pensione (o più pensioni) che, complessivamente, era superiore a € 1.405,05 lordi (pari a circa € 1.129,27 netti) a rivolgersi alle sedi sindacali , per compilare la lettera di diffida da inviare alla competente sede INPS con lettera raccomandata, al fine di tutelarsi e mettersi nella condizione di accedere ai futuri possibili benefici.

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