"Sulla facciata di una casa di via Sarzana, presso Marcantone, è infissa una pietra con questa iscrizione: ‘Ciafer corsal tripolitano de III galere qui homo ocise un vivo ne prese e II done zoveni in Tripol vive condusse. Il vivo fu recalato con scudi LXXII’. Il testo in volgare significa: ‘Ciafer, corsaro tripolitano capitano di tre galeotte, in questa villa un uomo uccise, uno lo prese vivo, tre donne condusse prigioniere a Tripoli: il vivo fu riscattato con 72 scudi. 1565 addì 10 giugno’.
Ovviamente la casa su cui è posta la lapide non è quella originale, che doveva comunque sorgere in quei pressi, e Ciafer era uno dei corsari nordafricani che battevano le nostre coste, così poco difese dalla Repubblica di Genova, orientata com'era al commercio e alla sicurezza della capitale.
La lapide è citata in diversi testi del XIX secolo, tra i quali quello di Tullio Dandolo, il quale raccontò nel suo libro di viaggio: 'a tre miglia dalla Spezia Capellini fece fermare la vettura per mostrarmi nella parete d'una casa isolata questa iscrizione, incisa in una lastra di marmo bianco'.
Anche il professor Goffredo Casalis citò questa lapide nel testo descrittivo dei territori sabaudi: 'nel 1565 il vicino luogo di Migliarina fu sorpreso da corsari Tripolini, come risulta da un’iscrizione scolpita sopra una pietra di Lavagna in memoria di tale invasione', riportando lo stesso testo di cui sopra.
Ma come fece Ciafer ad arrivare a Migliarina e perché scelse proprio quella zona per le sue scorrerie, così lontana dal mare?
Da un esame delle carte storiche si vede bene come l’area di Fossamastra, Stagnoni e Canaletto fossero zone ampiamente acquitrinose e paludose, in ampi punti sotto il livello del mare. Non fu difficile quindi per il Corsaro Ciafer raggiungere con la sua imbarcazione l’attuale zona della Pianta, dove iniziavano dolci terrazzamenti che portavano alle prime pendici delle colline di Monte Pertego, San Venerio e Boschetti.
Marcantone era di qualche metro sopra il livello del mare, ma lontano dalle fortificazioni che difendevano i borghi marinari; cosicchè, navigando al centro del golfo, risalendo la zona acquitrinosa del levante e prendendo terra nei pressi dell’attuale Migliarina, Ciafer il corsaro poté attaccare e razziare indisturbato Marcantone.
Nel tempo il territorio è cambiato ed oggi è difficile riconoscere il livello originario del terreno dei quartieri di Canaletto (Migliarina a mare), la Pianta, Bragarina, Fossamastra. Ad un occhio attento però non sarà sfuggito che le strade che a Fossamastra, da Viale S. Bartolomeo vanno verso via Carducci, sono più basse del viale e si allagano ancora ad ogni pioggia intensa. Così come i palazzi di via Bologna, di fronte al supermercato, o il cosiddetto borgo Baceo presentano ancora giardini ed orti ben più bassi della strada.
Fino agli anni ’70 questo era ben evidente anche tra Migliarina e Mazzetta, dove il livello dei campi coltivati era ancora diversi metri più basso del viale Italia, prima che i campi fossero riempiti con terreno di riporto per consentire la costruzione dei palazzi odierni e del Parco della Maggiolina, evitando i frequenti allagamenti. La cartografia storica risulta essenziale per ricostruire eventi del passato come questo."
Silvano Benedetti
Foto della lapide: Roberto Celi
Foto del palazzo: Google Maps