L'Accademia del Gusto ha organizzato a Campiglia presso la terrazza sul mare del Ristorante La Lampara una conviviale sullo zafferano e il suo uso in cucina. La pianta di zafferano è da sempre ampiamente diffusa nel territorio di Tramonti allo stato selvatico ma da una ventina d'anni nei terrazzamenti sul mare di Campiglia si coltivano i prezioni bulbi.
Dopo l'introduzione del Presidente dell'Accademia del Gusto Nicola Carozza, l'Accademica Antonietta Sforza ha parlato della storia di Campiglia. Il borgo gode di un doppio panorama: da un lato offre scorci panoramici che si spingono oltre la zona orientale del golfo, fino alle Alpi Apuane e la costa toscana; dall'altro, prossimo alle Cinque Terre, la vista si estende dalle scogliere sino all'orizzonte del mare aperto. Il toponimo di Campiglia - di origine latina (campilia) - ha il significato di terre di proprietà comune destinate a coltivazione. Il nucleo più antico del borgo nasce nell'alto medioevo, da nuclei di famiglie che vi cercano rifugio al sicuro dalle razzie saracene. La più antica citazione di Campiglia si trova in un atto dell'imperatore e re d'Italia Ottone II che porta la data del 18 luglio dell'anno 981 (etiam Campilia cum piscatione et venatione sua).
Successivamente sono invece intervenuti Livia Cerliani e lo chef Paolo Bosco che hanno parlato dello zafferano in cucina e della loro piccola produzione.